Transizione digitale e interazione naturale: la sfida lanciata dal progetto Interacta

Come vivono le aziende il cambiamento lavorativo e tecnologico in atto? Ne parliamo con Sara Lodi, head of strategic marketing & business development del progetto Interacta e precedentemente responsabile marketing dell’azienda Injenia, tra le prime realtà nel nostro Paese nel fornire consulenza e soluzioni professionali alle aziende per semplificare la transizione digitale.

Quali sono i principali ostacoli che incontrate come innovatori tecnologici coi di Interacta?
Purtroppo, c’è ancora poca cultura dell’innovazione nel nostro Paese. L’imprenditoria italiana manifesta una certa resistenza al cambiamento e, alle volte, vera diffidenza. Quando si parla di innovazione si pensa ad un intervento invasivo, sia in termini economici che dell’impatto sull’organizzazione aziendale, sulle persone, sui processi. Le aziende temono di disgregarsi, di imbarcarsi in qualcosa che non riescono poi a gestire in termini finanziari e di organizzazione interna. Tematiche che vengono smentite nella pratica, se alla base esiste uno studio solido, capace di stabilire anche la corretta velocità da seguire per rendere efficace il cambiamento.

Le realtà imprenditoriali italiane sono molto diverse sia per settore, che per dimensione: tantissime piccole-medie imprese o aziende artigiane, pochi i grandi gruppi. Qual è il profilo aziendale tipo dei vostri clienti?
Non esiste. I nostri clienti sono assolutamente trasversali, sia per settore sia per dimensione. È ovvio che cambia il tipo di progetto: solitamente una PMI cerca un’innovazione tecnologica legata alla collaborazione o a una miglior gestione interna, le grandi aziende spaziano verso progetti anche più spinti.

Le aziende che decidono per la digitalizzazione sono sempre coscienti di quali siano le loro criticità interne e i loro margini di miglioramento?
Faccio un esempio pratico: spesso ci vengono chieste soluzioni di machine learning (sistemi di intelligenza artificiale in grado di elaborare previsioni partendo dall’analisi dei dati, NdA), senza aver ben chiaro come applicarle, o quali obiettivi raggiungere. Come se l’innovazione dovesse essere fine a sé stessa. Analizzando nel dettaglio la specifica situazione interna ci rendiamo conto che prima di arrivare a proporre una soluzione tecnologica bisogna impostare un percorso a ritroso che renda l’azienda stessa capace di sostenere lo strumento, lavorando su dati, processi, bisogni, persone. Da questo, si sviluppano i nostri progetti.

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